LE CANDELORE

La festa di Sant’Agata è intrinsecamente legata alla tradizionale sfilata delle “candelore“, imponenti ceri ornati con decorazioni artigianali, puttini dorati in legno, santi e scene di martirio, fiori e bandiere. Questi giganteschi lumini precedono il fercolo durante la processione, poiché in passato, quando mancava l’illuminazione elettrica, avevano il compito di illuminare il cammino dei partecipanti.

Portate a spalla da un gruppo di uomini, il cui numero varia da 4 a 12 a seconda del peso del cero, le candelore rappresentano un capolavoro d’arte raffinato e prezioso. Nel Trecento, i maestri orafi crearono il Busto di Sant’Agata, un’opera d’arte che ha dato vita alla tradizione delle candelore.

Nonostante la creazione del Busto, il popolo, sempre devoto alla sua patrona, ha voluto partecipare alla festa con creazioni proprie, opere artigianali che simboleggiano diverse categorie di lavoratori. Ognuna delle 11 candelore ha una sua identità unica, composta dalla forma del cero, dal movimento e dall’ondulazione specifica, e dalla scelta di una marcia come sottofondo musicale.

Le candelore sfilano sempre nello stesso ordine. L’apertura è affidata al piccolo cero di monsignor Ventimiglia, seguito dal primo grande cero rappresentante gli abitanti del quartiere di San Giuseppe La Rena, realizzato all’inizio dell’Ottocento in stile gotico-veneziano. La processione prosegue con i cero dei giardinieri e dei fiorai in stile gotico-veneziano, quello dei pescivendoli con fregi barocchi e piccoli pesci, il cero elegante dei fruttivendoli noto come la “signorina”, e la torre a quattro ordini dei macellai.

La candelora dei pastai si presenta come un candeliere settecentesco senza scenografie, mentre quella dei pizzicagnoli e dei bettolieri sfoggia uno stile liberty. La candelora più imponente è quella dei panettieri, ornata con grandi angeli e conosciuta affettuosamente come la “mamma”. La processione si conclude con la candelora del circolo cittadino di Sant’Agata, introdotta dal cardinale Dusmet. In passato, il numero di candelore era ancora più ampio, con la presenza di ceri dedicati ai calzolai, confettieri, muratori, arrivando in alcuni periodi fino a un totale di 28.